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In un Sudafrica sconvolto dalla guerra civile, Michael K. (ogni riferimento a Kafka è ovviamente voluto) costruisce un carro per riaccompagnare la madre malata nel suo Eden evanescente: un pezzettino di terra in campagna dove ha trascorso un'infanzia felice. Il viaggio è clandestino, fra militari allo sbando, freddo e intemperie. Finché K. è costretto a far ricoverare la madre, ma nessuno l'assiste e quando muore viene cremata senza che il figlio venga consultato. Con le ceneri in un sacchetto di plastica, K. raggiunge comunque il luogo d'incanto, un fertile nulla, una fattoria abbandonata sfuggita al controllo ossessivo del regime, dove si sente, per la prima volta, libero. Ma la guerra saprà raggiungerlo anche nel suo minuscolo paradiso privato.